(12 luglio 2020) Il comandante partigiano Nino Garau, nome di battaglia Geppe, è morto questa sera, 12 luglio, nella sua casa di Cagliari. Avrebbe compiuto 97 anni il prossimo 12 dicembre. Ci lascia un antifascista combattente e un caro amico con il quale abbiamo condiviso decine di chiacchierate, conferenze, incontri in tante scuole, teatri, Comuni della Sardegna. Da quel 19 febbraio 2007, giorno in cui una pattuglia di studenti e giovani ricercatori dell’Istituto sardo per la storia della Resistenza iniziò a raccogliere la sua straordinaria testimonianza. Allora, per la prima volta, dopo 62 anni di silenzio, Nino Garau decideva di ricostruire la sua esperienza di lotta dall’8 settembre ’43 alla Liberazione e il suo ritorno a Cagliari dopo la guerra. Una memoria lucidissima accompagnata da una personale elaborazione lontana dall’esaltazione e dalla retorica, portò l’Issra con il Laboratorio di Etnografia Visiva dell’Università di Cagliari alla produzione del film “Geppe e gli altri. Storia di vita di un comandante partigiano sardo” che presentammo in anteprima con lui il 23 aprile 2012 nella sala consiliare del Comune di Cagliari.
Da allora seguirono numerose iniziative spesso con giovani interlocutori, sempre arricchite dalle sue parole, dallo scambio privilegiato con il testimone. Ricordiamo Ales, San Sperate, Oristano, Sardara, Nuoro, San Gavino, Villacidro, Alghero, Roma, recentemente Spilamberto, la città in provincia di Modena che Garau, alla guida della brigata “Aldo Casalgrandi”, liberò dai nazifascisti la notte tra il 22 e il 23 aprile del ’45. Nino è stato prigioniero dei tedeschi, è stato torturato, è riuscito a fuggire dal carcere di Verona e a riprendere la lotta, ha dovuto affrontare la “caccia alle streghe” del dopoguerra, subendo il carcere perché accusato ingiustamente da fonte anonima dell’omicidio di un fascista dopo il 25 aprile. È stato assunto dal Consiglio regionale della Sardegna il 1 ottobre 1949 e dal ’60 al ’78 ha ricoperto l’alta carica di segretario generale dell’istituzione autonomista. È stato insignito della medaglia di bronzo al valor militare che ha sempre mal digerito perché riteneva di meritare di più. Per questo l’Issasco ha inoltrato al ministero della Difesa la richiesta di revisione dell’onorificenza.
Grazie Nino per averci aiutato a ricostruire un pezzo di storia della Resistenza – della tua Resistenza – ma soprattutto grazie per averci dimostrato che se la coerenza con i valori della libertà e dell’antifascismo non è mai stata barattabile per te, nel corso della tua vita lunga e combattuta, tanto più non lo deve essere per noi.
Ricordiamo Nino Garau con il suo racconto della battaglia di Spilamberto. Da “Geppe e gli altri” un film di Francesco Bachis, Giuseppe Caboni, Laura Stochino, Francesco Capuzzi e Walter Falgio, regia di Francesco Bachis.
La biografia del partigiano Garau da me curata è in Daniele Sanna, La Sardegna e la guerra di Liberazione, FrancoAngeli, 2018.
(wa.f.)