(23 ottobre 2017) Ciao Davide, io so chi sei.
Un ragazzo eccezionale. Un artista, un uomo forte e determinato, sensibilissimo alla vita e alle parole dell’altro. Abbiamo condiviso esperienze memorabili e tu hai saputo correre e fermarti laddove ce n’è stato bisogno. Io so chi sei perché ho incrociato il tuo sguardo intenso e ribelle, proiettato nei sogni che spesso hanno riempito tanti vuoti.
È da tempo che non ci incontriamo. È da tempo che non ho tue notizie. Scopro che stai lottando in una condizione carceraria difficile e che hai reso pubblica la tua sofferenza. Mi sono chiesto cosa posso fare per te. Me lo sono chiesto perché credo sia un dovere, complicato e intimo di ciascuno, interrogarsi oltre le ricadute del proprio orizzonte quotidiano.
Di sicuro oggi non posso “liberarti” come in parte, anni fa, fummo riusciti a fare con Gisella, tutti insieme, attraverso quella straordinaria esperienza teatrale. Ma posso dire chi sei dall’esterno, secondo me, perché chi vuole mi ascolti. Questo sì. Posso farlo con l’unico strumento di cui dispongo, la scrittura. E posso dire che il tuo valore, che io conosco, non può essere intaccato da qualsivoglia sentenza di condanna. Posso dire che i tuoi pugni saranno irresistibili quando sarai in grado di tramutarli in poesia. Come sai.
Ti abbraccio
(walter falgio)