Archivio mensile:Maggio 2014

Polano rivoluzionario e politico

(19 maggio 2014) Il bel libro di Vindice Lecis su Luigi Polano, La voce della verità, ci ha fornito l’occasione per riscoprire sprazzi di storia del Partito comunista dalla dimensione internazionale del Komintern a quella locale, isolana, poco o nulla esplorata. Durante la recente presentazione a Cagliari con Luisa Sassu, Vito Biolchini e Francesco Macis, organizzata dall’Anpi e dalla Fondazione Berlinguer, molto bene ha fatto lo storico Gianni Fresu a rimarcare per esempio che a tutt’oggi non esiste una ricostruzione organica e completa della vicenda del Pci in Sardegna.

L’INCONTRO CON LENIN

Il lavoro di Lecis edito da Nutrimenti è imperniato sulla biografia del comunista, rivoluzionario, leader politico sassarese, e si snoda dal 1920 al 1945. A partire da un emblematico incontro con Lenin, più volte descritto dallo stesso Polano su L’Unità e sul settimanale della Fgci Nuova generazione, durante il secondo congresso dell’Internazionale comunista a Mosca nell’estate del ’20, quello delle 21 condizioni. Nella puntuale ricostruzione di Lecis il delegato sardo è presentato al capo della rivoluzione proletaria sovietica da un altro celebre dirigente, quel Willi Munzemberg, tra i fondatori del partito comunista tedesco, che riuscì a dimostrare con un famoso e puntiglioso controprocesso a Londra la responsabilità dei nazisti nell’incendio del Reichstag. Poi vittima delle purghe staliniane nel 1940.
Lenin raccomanda a Polano l’impegno massimo verso la gioventù contadina, sulla scia del nascente programma agrario comunista della Terza Internazionale.

CINQUE LUSTRI EPOCALI

Dal 1920 il libro attraversa cinque lustri epocali per la storia d’Italia e del mondo intero, passando, giusto per citare alcuni punti fermi, per il primo congresso del Pcd’I a Livorno, per l’avvento del fascismo, l’esplosione delle persecuzioni del regime dal fatidico 31 ottobre del ’26, “l’uragano che sconvolge tutta l’Italia”, per dirlo con le parole di Emilio Lussu, una delle vittime di quelle tragiche giornate. In poche ore tra Roma e Milano furono fermate o arrestate circa ottomila persone considerate “sovversive” dai fascisti. Larghissima parte di queste era composta da comunisti. Fa bene Lecis a citare il telegramma del capo della Polizia Bocchini dell’8 novembre dove si disponeva ai prefetti di procedere durante la notte a rigorosissime perquisizioni e fermi ai danni dei deputati comunisti. La sera, come si sa, nel suo appartamento di Roma, sarà arrestato anche il segretario del partito, Antonio Gramsci.

IL GIOVANE SOCIALISTA

Polano nel racconto apprende con dolore e stupore questa notizia dall’Unione Sovietica dove, dopo un passaggio in Francia, si trova per organizzare le associazioni dei portuali di Odessa. Il comunista sassarese è dovuto espatriare dal domicilio riservato nella sua città già dal novembre del ’24, dopo aver collezionato una serie di arresti e dopo una militanza politica iniziata nel 1914, anno dell’adesione alla Federazione giovanile socialista. Anno della scelta del 17enne Polano che dimostra tutta la sua indipendenza prima di tutto dalle posizioni del padre Giovanni Antonio, mazziniano, democratico radicale, e dall’ambiente dei circoli della piccola borghesia cittadina ai quali avrebbe potuto essere introdotto senza difficoltà.

RIVOLUZIONARIO DI PROFESSIONE

Dopo l’ordine di espatrio del ’24 inizia la lunga attività di Polano rivoluzionario di professione al servizio dell’emigrazione comunista, dell’Internazionale sindacale, del Komintern. Polano riceve ordini direttamente da Ercoli, Palmiro Togliatti, nell’esecutivo dell’Internazionale, e compirà missioni delicate in Francia, Danimarca, Finlandia, Spagna, Estremo oriente. Le sue doti di dissimulatore ma anche di astuto funzionario gli consentiranno di scampare il peggio in diverse circostante sotto le grinfie della polizia politica di mezza Europa ma anche, probabilmente, di schivare a Mosca le attenzioni pericolose del Commissariato del popolo staliniano.

LA VOCE DELLA VERITA’

Tra le tante attività di cospirazione intraprese da Polano quella che gli valse la massima popolarità è dunque certamente “La voce della verità”. L’intromissione nella trasmissione serale dell’Eiar fascista “Il commento ai fatti del giorno” allo scopo di ridicolizzare il conduttore Mario Appelius attraverso una stazione clandestina mobile situata in luoghi misteriosi che lui non ha mai voluto rivelare, nemmeno dinanzi al suo concittadino, segretario generale del partito, Enrico Berlinguer, nel 1982.

IL KOMINTERN E LA RADIO

Il telegramma di Togliatti che lo convoca Polano a Mosca per iniziare le trasmissioni de La voce della verità giunge nel settembre del 1941. In quel momento l’attività del Komintern avviata all’epilogo, dopo l’aggressione tedesca all’Urss, ma soprattutto “per fornire una prova agli alleati contro il nazifascismo che l’Unione sovietica non intende interferire nella vita politica e negli affari interni degli altri stati”, ricorda Paolo Spriano, viene concentrata nelle trasmissioni radiofoniche da Mosca. “Un servizio complesso ed efficiente a cui presiede dal punto di vista dell’indicazione e del controllo politico, Palmiro Togliatti”, aggiunge sempre Spriano ne La storia del Partito comunista italiano. Si trasmette in Jugoslavia, Spagna, Romania, Francia, Germania, Cecoslovacchia. In Italia si sperimenta dal luglio del ’41 Radio Milano libertà. Sono tanti i dirigenti e i militanti comunisti come Polano rifugiati in Urss che lavorano al progetto radio. C’è Ruggero Grieco, Rita Montagnana, Edoardo D’Onofrio. L’ultima missione di Polano rientrava dunque in una più ampia attività di resistenza e controinformazione, soprattutto tesa a suscitare fronti nazionali d’azione contro l’invasore nazifascista nei quali i comunisti riversarono enormi energie. La trasmissione clandestina andò in onda sino alla liberazione di Roma nel giugno del ’44.

POLANO DEPUTATO, LA MADDALENA E LE FERROVIE SARDE NEL ’49

Polano rientrerà in Sardegna dopo 21 anni di impegno rivoluzionario all’estero. Sarà segretario della federazione di Sassari del Pci, membro della Consulta regionale sarda, consigliere comunale, deputato e senatore per quattro legislature.

E vorrei richiamare proprio alcuni interventi inerenti la Sardegna e i suoi problemi del Polano parlamentare. Alcuni passaggi che dimostrano come, dismessa ogni cautela del buon rivoluzionario, il politico sassarese esibisca un armamentario intellettuale anticipatore di problematiche che caratterizzeranno (e caratterizzano) decenni di dibattito autonomistico. Ricordo solo due brevi passaggi tra tanti.

Seduta della Camera 28 ottobre del ’49, prima legislatura. Polano presenta un ordine del giorno per mantenere e potenziare il complesso industriale dell’arsenale di La Maddalena. Polano, intravedendo un possibile futuro smantellamento, chiede non solo che le officine non siano chiuse ma che il cantiere sia trasferito dall’amministrazione militare al ramo industrie meccaniche dello Stato. Come è noto l’arsenale chiuse definitivamente i battenti alla fine degli anni Novanta dopo alterne e tribolate vicende, tempo dopo l’adozione del nuovo modello di difesa che rendeva di fatto la sua attività inusitata nel contesto dei nuovi equilibri strategici militari europei. Stessa sorte ha seguito la scuola allievi operai. Oggi nell’ex arsenale, oltre all’albergo già costruito per il mancato G8 e ora tristemente chiuso, quando si risolverà il problema delle bonifiche si vorrebbe impiantare anche un polo di cantieristica navale. Tutto ciò letto alla luce dell’intuizione che 65 anni fa ebbe Polano nel chiedere la riconversione della struttura da militare a civile (forse il primo politico sardo ad avanzare tale proposta), appare ancor più beffardo

Sulla rete ferroviaria sarda, il 30 ottobre del ’49, rivolgendosi al ministro dei Trasporti Corbellino, diceva: “E’ necessaria anzitutto la costruzione di un tronco ferroviario che colleghi Olbia con Palau. Si tratta di un percorso di 30 chilometri soltanto: ma questo tronco verrebbe a completare la rete ferroviaria della parte settentrionale dell’isola, collegandola direttamente, via Olbia, con Palau e La Maddalena. La linea Olbia-Palau darebbe notevole incremento a tutta l’attività commerciale nella parte settentrionale dell’isola, e ne faciliterebbe l’attività industriale essendo essa situata nella Gallura dove vi è il centro della produzione sugheriera sarda. È pure da segnalare la necessità di un nuovo tronco diretto Sassari-Giave che accorcerebbe il percorso Sassari-Cagliari di 15-20 chilometri e collegherebbe alla linea ferroviaria gli importanti Comuni di Usini, Ittiri, Thiesi e Cheremule”. Polano chiedeva anche il raddoppio del tronco Sassari-Porto Torres e concludeva: “Si ricordi, onorevole ministro dei Trasporti, che la Sardegna, ora che ha eletto democraticamente i suoi amministratori, attende che ella provveda sollecitamente ad esaminare e decidere con l’ente regione, il programma di lavoro per la sistemazione e lo sviluppo dei trasporti ferroviari dell’isola, indispensabili alla sua rinascita”.

(walter falgio)