Al settimo posto fa capolino un giornalista di spessore, Massimo Gramellini, che pubblica storie sentimentali dei suoi lettori con "Cuori allo specchio". Quindi si scopre che tanti italiani hanno acquistato il "saggio" di Alessandro Del Piero con Maurizio Crosetti, "Giochiamo ancora". Segue "Il coraggio di sognare", una sorta di volume gadget della popolarissima boyband di bellocci, "One Direction". Il decimo posto lo guadagna Giampaolo Pansa (sul quale non mi pronuncio), preceduto da un altro saggista tra virgolette, Carlo Verdone e la sua storia di vita.
Per arrivare a un saggio degno di questo nome, a uno scritto critico che in qualche modo ci riporta alla tradizione del genere letterario, bisogna giungere al 12esimo posto con Philippe Daverio, "Il museo immaginato", o al 15esimo con Edmund de Wall, "Un'eredità di avorio e ambra".
P.S. Per curiosità, ma solo per curiosità, si legga la pagina Pdf allegata qui sotto del primo numero del 1 novembre 1975 dello storico inserto "Tuttolibri" di Carlo Casalegno, tratto dall'archivio de "La Stampa", allora diretta da Arrigo Levi. Oltre a una perla di Giulio Einaudi sulle letture degli italiani (dove il grande editore lamentava l'ingresso del consumismo nel mondo della cultura…), si riporta una cauta classifica sperimentale dei libri più venduti curata all'epoca dalla società Demoskopea dove, per la saggistica, spuntano i nomi di Enzo Biagi (Italia), Indro Montanelli (Storia d'Italia), Renzo De Felice (Intervista sul fascismo), Paolo Sylos Labini (Saggio sulle classi sociali), Ugo La Malfa (L'altra Italia). Per tutto il resto c'era la categoria, "Varie". E qui mi fermo.
(walter falgio)