Archivio mensile:Ottobre 2011

L’arte coerente di Gianmaria Testa

(28 ottobre 2011) E' tornato Gianmaria Testa con il suo nuovo album Vitamia. Il cantautore piemontese che raramente vedremo in tv o sui megaschermi di qualche centro commerciale, ha rilasciato una bella intervista a "il venerdì di Repubblica" dove, rispondendo alla domanda, "Perché cinque anni di pausa", dice: "Penso sia il tempo necessario per concepire dischi che abbiano dignità di pubblicazione: oggi c'è la necessità di avere un rapporto etico con ciò che si fa. Creatività e mercato sono due cose antitetiche, quindi cerco di salvaguardare un minimo di etica quando pubblico un disco". Evviva.

(walter falgio)   

Roma 15 ottobre e il maledetto déjà vu

(17 ottobre 2011) Per chi, come me e come tutti quelli che conosco della mia generazione, ha sempre ripudiato la violenza (non solo a parole), assistere alle devastazioni di sabato a Roma è stato sconcertante. Il primo sentimento che provi quando da un corteo pacifico spuntano mazze, caschi e fionde, è rabbia, poi incredulità, sgomento. Dopo aver visto in tv il blindato dei carabinieri in fiamme, la ragazza col volto coperto di sangue, gli estintori sulla folla, vetrine e auto distrutte, ti chiedi: era prevedibile? Si poteva evitare? Quali sono le ragioni? ammesso che di ragioni si tratti? La risposta alle prime domande è affermativa. I gruppi di incappucciati nel grande corteo di Roma erano ben identificati tanto che molti manifestanti hanno tentato di allontanarli e contrastarli. Su Facebook e YouTube circolano numerosi video che testimoniano come i violenti abbiano agito indisturbati. Le forze dell'ordine in quel momento non c'erano. Non potevano intervenire dentro il corteo. Ma è anche vero che l'attività dei violenti è stata organizzata ben prima della manifestazione, occultando nel tragitto bombe carta e spranghe. In più, i giornali di oggi (ma in molti blog certe informazioni già circolavano) parlano di campi di addestramento in Val di Susa e in Grecia. Insomma, in molti sapevano che sabato a Roma si sarebbe scatenata una guerriglia e quindi ci si aspettava un più efficace apparato di prevenzione con un servizio d'ordine e comunque delle prese di posizione (anticipate) più nette e da parte di tutti (compreso il movimento). Se poi si cercano le cause dell'inferno di avantieri, allora, emerge il cuore del problema. Il perché tutto questo accada non è chiarissimo in quanto attiene a parole d'ordine confuse, specchio di un disagio profondo, di menti aggrovigliate su se stesse alla ricerca dello scontro. I non ben identificati gruppi vestiti di nero vogliono conquistare la piazza e le prime pagine dei giornali militarizzando il conflitto, replicando, come giustamente ha scritto Gad Lerner ieri su Repubblica, un "maledetto déjà-vu". Un film già visto più volte nella storia dell'Italia repubblicana. Un freno al fiorire di una stagione nuova dove masse che non si sentono più rappresentate vogliono immaginare e costruire un progetto per il futuro. Altra cosa rispetto a certi slogan, "Non chiediamo il futuro, prendiamoci il presente". Altra cosa rispetto a una politica che da tempo non fa più politica, che ha perso totalmente la credibilità, che non sa cosa vuol dire futuro.

(walter falgio)

Mastio, Cagliari e la memoria pubblica

(12 ottobre 2011) Ieri, un martedì sera, a Cagliari, l’Istituto sardo per la Resistenza e l’associazione Don Chisciotte hanno proposto un dibattito pubblico su Silvio Mastio. Repubblicano, antifascista e rivoluzionario sardo, morto in combattimento in Venezuela esattamente ottanta anni fa, il 12 ottobre 1931. Hanno partecipato i parenti di Mastio e almeno cinquanta persone, si è svolto un dibattito attento e pertinente, ne abbiamo approfittato per parlare della Cagliari nel ventennio. Presto sarà pubblicata una lettera aperta indirizzata all’amministrazione comunale sulla necessità di progettare spazi e iniziative sulla memoria pubblica della città. Una memoria avara, corta, arida: basti prendere in considerazione i pochi, timidi, formali riferimenti che Cagliari dedica a grandi personalità del Novecento quali Gramsci, Lussu, i Pintor. Ieri, con nostro grande piacere, dal liceo scientifico di Iglesias ha preso parte all’iniziativa un gruppo di studentesse e studenti accompagnato dalla loro insegnante. Oggi “Sardegna Quotidiano” ha pubblicato un bel servizio sul dibattito, che allego, firmato da Massimiliano Messina.

(walter falgio) 

Silvio Mastio, un antifascista cagliaritano

(10 ottobre 2011) L’Istituto sardo per la Storia della Resistenza e dell’Autonomia e l’associazione “Don Chisciotte” promuovono l’incontro, “Silvio Mastio, un antifascista cagliaritano”. A ottanta anni esatti dalla morte del rivoluzionario, sopraggiunta il 12 ottobre 1931 durante un combattimento in Venezuela, Gian Giacomo Ortu, Aldo Borghesi, Matteo Murgia, il nipote di Mastio, Martino Sanna, e il sottoscritto, ricorderanno la figura del militante repubblicano.

Silvio Mastio nasce a Cagliari nel 1901, da famiglia originaria di Gavoi. Frequenta il Liceo Dettori durante la Prima guerra mondiale. Come molti della generazione cresciuta durante il conflitto ma troppo giovane per prendervi parte diretta, si avvicina all’area dell’interventismo democratico. Aderisce al Partito Repubblicano Italiano dopo la fine del conflitto e ne diviene un attivo militante, in una difficile fase di definizione politica nel confuso quadro post-bellico, in cui progressivamente il PRI si stacca dall’intesa con i partiti interventisti di destra stabilita di fronte all’emergenza bellica, per affermarsi con una propria fisionomia di partito di sinistra. Nel confronto interno, Mastio si schiera con la tendenza “rivoluzionaria”: collabora con la stampa nazionale del partito e promuove a livello locale una politica di intesa con le organizzazioni sindacali e politiche della sinistra e sardiste. Dopo l’espulsione dal PRI nel 1921 del leader cittadino Enrico Nonnoi, favorevole ad un’intesa elettorale con l’industriale fascista Ferruccio Sorcinelli, diviene segretario della sezione repubblicana e punto di riferimento dei giovani che prendono il controllo del partito. Subito dopo la Marcia su Roma è a capo delle Avanguardie Repubblicane, squadre che indossavano come divisa la camicia rossa, collaborando con le “camicie grigie” sardiste in funzione di difesa antifascista. Insieme alla parte del PSDA che non confluisce nel Partito Nazionale Fascista, conduce la battaglia elettorale del 1924, dirigendo con Raffaele Angius il giornale “Sardegna” nato a Cagliari per sostenere la lista dei Quattro Mori.

Man mano che si vanno esaurendo – dopo il delitto Matteotti – le possibilità di azione politica legale, Mastio comincia a pensare ad una prosecuzione della battaglia nell’esilio. Arrestato e diffidato dopo l’aggressione a Emilio Lussu nell’ottobre 1926, chiude rapidamente gli studi laureandosi in Chimica e parte per Cuba, dove lavora uno dei fratelli. Da lì passa in Colombia e poi in Messico, mantenendo i contatti con l’antifascismo fuoruscito e in particolare, dopo la fuga dal confino di Lipari, con Emilio Lussu al quale propone di trasferirsi in America centrale.

Stringe rapporti di collaborazione con le formazioni rivoluzionarie latinoamericane, ed in particolare del Partido Revolucionario Venezolano. Alla fine del settembre 1931, insieme all’antifascista fiorentino Leopoldo Caroti, prende parte ad una spedizione organizzata dal PRV allo scopo di abbattere la pluridecennale dittatura stabilita dal generale Juan Vicente Castro: impadronitosi di una nave partita da Veracruz, il gruppo sbarca sulla costa settentrionale venezuelana, nello stato di Falcón. Contro il parere dei suoi consiglieri messicani, il capo della spedizione Urbina divide la colonna di armati, che vengono separatamente affrontati da truppe governative e dispersi. Silvio Mastio, Mayor del Ejercito y Jefe de los granaderos, muore in combattimento nella località La Rinconada il 12 ottobre 1931. La città di Cagliari gli ha dedicato una via, che si trova a Pirri.