Eravamo convinti di
aver visto e capito
tutto sull’11 settembre?
Le conclusioni della
commissione d’inchiesta
americana sugli attentati
sono attendibili? La risposta
di Giulietto Chiesa, europarlamentare
indipendente
del gruppo Socialista,
è un no tassativo. Dove
è finito l’aereo che si
sarebbe schiantato contro
il Pentagono? E quello caduto
in Pennsylvania?
Perché l’edificio 7 del
World Trade Center è crollato
senza essere stato colpito?
Come è possibile che
la più potente difesa aerea
del mondo non sia stata in
grado di intervenire per
quasi due ore? Secondo
Chiesa a queste e ad almeno
altre 200 domande
non è stata fornita una risposta
plausibile. Della
stessa opinione sono il
giornalista francese
Thierry Meyssan o il teologo
americano David Ray
Griffin che con i loro libri
hanno smontato parola
per parola il rapporto governativo
sugli attacchi
terroristi. Sta nascendo
così un movimento internazionale
che chiede la
verità sul giorno che ha
cambiato i destini del pianeta. Chiesa e l’associazione
Megachip
(www.megachip.info)
hanno addirittura realizzato
un film sul tema che
sarà presentato i prossimi
giorni a Milano.
Venerdì scorso, durante
un’affollatissima iniziativa
organizzata a Cagliari dalla
Rete del Nuovo Municipio
e dal MeetUp locale di
Beppe Grillo, l’ex corri-
E
spondente da Mosca dell’Unità
ha passato in rassegna
le palesi incongruenze
della versione ufficiale
sull’attacco agli Usa
del 2001 e ha chiarito due
presupposti fondamentali:
«Osama Bin Laden e 19
terroristi non possono
aver combinato tutto da
soli». E ha aggiunto: «Io
non so cosa sia successo
l’11/9 e forse nessuno lo
saprà nei prossimi cento
anni.Probabilmente solo
4 o 5 persone al mondo
sono al corrente di come
siano andate realmente le
cose. Tuttavia la versione
ufficiale che ci è stata propinata
è falsa».
Ha le prove di quello
che dice?
«Assolutamente sì. Tutto
ciò che dico e i contenuti
del nostro film, 11 settembre
alla ricerca della verità,
possono essere provati.
Mi limito a elencare
le questioni chiave. Il foro
ritrovato sul Pentagono
dopo l’attentato non può
essere stato causato da un
Boeing 757. È evidente.
Non ci sono i segni delle
ali, non sono stati ritrovati
i motori, i carrelli.Ci vogliono
far credere che
l’aereo si è disintegrato?
Piuttosto il Pentagono può
essere stato colpito da un
missile o da un aereo drone.
E poi la manovra che
il terrorista avrebbe compiuto
per attaccare la sede
della Difesa americana è
impossibile: non si può
scendere da 2000 a 4 metri
di altezza in due minuti
e mezzo a 880 chilometri
all’ora con un 757».
Cosa è successo alla
torre 7 del World Trade
Center?
«Anche in questo caso
la spiegazione può essere
davanti agli occhi di tutti.
Un grattacielo di 40 piani
può crollare improvvisamente
senza essere stato
colpito e solo a causa di
qualche incendio, peraltro
non grave? Si è trattato
evidentemente di una demolizione
controllata.
Questo fatto rompe la logica
ufficiale secondo la
quale gli edifici sono caduti
a causa dell’impatto con
gli aerei».
E le Twin Towers?
«Se anche le torri sono
state minate significa che
decine di persone si sono
dovute recare sul posto ad
allestire le cariche giorni
prima dell’attentato. Si sono
verificati dei black-out
le settimane precedenti
l’11 settembre che probabilmente
hanno consentito
di minare le strutture
mentre i circuiti di sicurezza
erano fuori uso».
Dinanzi a queste rivelazioni
sconcertanti, possibile
che la stampa Usa
non dica niente?
«Non dimentichiamo
che gli Stati Uniti sono stati
colpiti. Alzare la mano è
dire che la versione ufficiale
sull’11/9 non va bene,
è difficile. Non c’è riuscito
Michael Moore, non
ci sono riusciti intellettuali
del calibro di Gore Vidal
o Noam Chomsky. I giornali
non hanno nemmeno
parlato del convegno che
si è tenuto recentemente
a Chicago dove un fisico
della Brigham Young University,
Steven Jones, ha
mostrato piccoli frammenti
delle torri con tracce
di termite. La termite è
un composto chimico usato
nelle cariche cave in
grado di generare altissime
temperature».
In questa sua ricerca
della verità sull’11 settembre
non c’è nulla di
ideologico?
«Nulla. In questo lavoro
non mi sto comportando
da politico bensì da giornalista
d’inchiesta. Non
faccio accuse preliminari.
So solo che non c’è corrispondenza
tra i dati forniti
dalla commissione governativa
e i dati che ho
raccolto sino ad ora. La
versione ufficiale non regge
alla minima delle verifiche.
Se noi riusciamo a
dimostrare questo, portiamo
un significativo contributo
contro la guerra e
contro il tentativo Usa di
imporre il proprio incontrastato
predominio su
tutto il pianeta. Non dimentichiamoci
che siamo
al capolinea: nel prossimo
futuro sulla Terra non ci
sarà posto per due Americhe
».